First Days as a NewYorker #NYC7

“Clara, Iced Coffee.. Pleaseeee!”
Vi suona per caso famigliare o l’avete mai sentito prima d’ora in qualche film o serie TV?

Se vi dicessi che non sono a casa sotto le coperte, potreste immaginare che il mio stage a NY sia proprio iniziato con una frase da film?
Onestamente credo di averlo sentito una decina di volte nel film “Il diavolo veste Prada” e la situazione mi fa davvero sorridere perché fino a ieri ero certa non avrei vissuto un Internship da film ed invece, sembrerebbe proprio che lavorare a NY a due passi da Central Park per un’agenzia di Pubbliche Relazioni, non sia soltanto una sogno che diventa realtà ma anche l’inizio della mia vita da Film.

Il primo giorno, per chi più e per chi meno, è sempre il più impegnativo. Tra emozioni, aspettative, speranze e sogni è davvero difficile mantenere la mente lucida e l’animo rilassato.

E’ come se finalmente fossimo riusciti a scalare il monte e ci trovassimo a fare un bilancio tra passato e futuro. Dietro di noi ci sono gli sforzi e le nostti insonni sui libri e davanti a noi il cielo perfettamente azzurro che ci sorride aprendoci la porta del nostro ufficio per i nostri prossimi tre mesi. Nessuno può sapere cosa si potra’ aspettare dall’altra parte della misteriosa porta. Nessuno sa se gli sforzi sono serviti o se saranno tre mesi da incubo. Possiamo solamente incorciare le dita e sperare nel meglio. Non saranno tre mesi semplcici, nessuno ha mai detto che iniziare uno stage implichi discese e solo puro divertimento ma le speranze sono sempre alte, forse anche troppo e nessuno ci può biasimare per questo.

Senza gli studi ed i sacrifici non saremmo arrivati fino a dove siamo ma il nostro futuro ci attende ed è lì a due passi da noi.
Finalmente è così vicino è reale e sembra che tutto si giochi il primo giorno.Il paio di scarpe inappropriate, la parola sbagliata al momento sbagliato, un sorriso di troppo e la nostra vita da stagisti verrà segnata per sempre.

Giusto per iniziare bene la giornata e per segnarla come giorno indimenticabile nel mio calendario delle gaffe, prima ancora di arrivare in ufficio la mia gonna a balze si è allegramente alzata lasciandomi in calzemaglie davanti a mezza NYC. Non ancora contenta mi sono presto imbattuta in un portinaio diversamente simpatico che alla mia semplice domanda “Where am I?” è riuscuto a fingere di non vedermi e con non chalance ad evitarmi passando al  postino dietro di me.. Dico io, non sono minuta e trasparente, sono le 10 meno 10, dammi una mano e cortesemente rispondi alla mia domanda! Eh no, sembrerebbe che i portinai di NYC non siano autorizzati ad essere gentili con le donzelle in difficoltà.

Sicuramente gli allegri avvenimenti non hanno potuto che aumentare l’ansia e la sudorazione che ormai mi avevano avvolta da testa a piedi ma eccomi finalmente al piano giusto dell’edificio predestianto ad essere la mia seconda residenza a NYC per i prossimi mesi. Attraversando il corridoio per arrivare all’ufficio i miei pensieri non sono stati altro che “Mi sono dimenticata il deodorante”, “Se la capa mi odia?”, “Lo sapevo, avrei dovuto mettere i tacchi” e.. “Perché diavolo sono a NYC invece che sotto le coperte a guardare Grey’s Anatomy?”. Tutti pensieri molto incoraggianti ma a ogni ripensamento la porta si avvicinava e quando finalmente ho toccato il campanello, la mia mente si è come svuotata e un sorriso ha invaso il mio viso.

Ci meritiamo di essere qui, ci meritiamo questo lavoro e dovrebbe anche esserci riconosciuto un primo giorno indimenticabile!
Non tutti prendono un’aereo e volano in America lontano da tutti e da tutto per un lavoro ma chi come me ha fatto questa scelta, il peso sulle spalle è sempre maggiore e nonostante sia difficile trovare un’ambiente lavorativo che combaci alle nostre – sempre troppo elevate – aspettative, dobbiamo continuare a credere in noi stessi e nei nostri obiettivi.
Facendo un SumUp della giornata posso dichiararmi uscita indenne dal primo giorno di Lavoro? Considerando che non ho versato il caffè, ho fatto un’osservazione pertinente per un’evento e la mia camicia non è arrivata a casa ipersudata, credo di aver superato il primo scoglio.

Ora rimangono 89 giorni ed una nuova vita Newyorkese mi aspetta!!

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